La notizia è di dicembre 2015, e non può che costituire motivo di grande soddisfazione per l’intera industria meccanica italiana; a divulgarla è stato l’Ufficio Studi di ANIMA (la Federazione delle associazioni nazionali dell’industria meccanica varia e affine) secondo cui le lavorazioni meccaniche Made in Italy avrebbero registrato nel 2015 forti segnali di crescita per quanto riguarda produzione, esportazione dei prodotti e investimenti.
L’anno scorso, infatti, la meccanica italiana ha prodotto tecnologie e componentistica per un totale di 44 miliardi di euro, registrando un +1,3% rispetto al 2014, mentre per il 2016 si prevede un ulteriore incremento dello 0,7%.
Ottimi risultati anche quelli relativi alle esportazioni nel 2015 che, rispetto all’anno precedente, sono aumentate dell’1,3% e sono destinate ad aumentare a +1,4% nel 2016, fino a raggiungere i 26,1 miliardi di euro.
Queste le parole di soddisfazione del presidente di ANIMA, Alberto Caprari: “Anche se a qualcuno può sembrare ‘poco glamour’, la meccanica esporta più dei settori alimentare, moda e design messi insieme. La chiave che apre le porte estere alle costruzioni meccaniche italiane è la qualità e la flessibilità delle nostre imprese, accompagnata dalla stima per le nostre tecnologie”.
E non sono mancate, durante la conferenza stampa di presentazione dei dati, parole di incoraggiamento ai governanti a fare di più relativamente alla lotta alla contraffazione e alla protezione dell’industria meccanica made in Italy rispetto a quella di “player internazionali” non sempre “al passo con le norme”.
Complice la concomitanza con la Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici (COP 21), non sono mancati da parte di Caprari riferimenti all’importanza di elementi come l’innovazione, l’efficienza energetica, e l’utilizzo di fonti rinnovabili come chiavi strategiche di successo per l’intera industria meccanica italiana, oggi e tanto più nel prossimo futuro.
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